"Nel freddo inverno 1608, pochi giorni prima del Natale, una fanciulla di nome Maria faceva ritorno nel suo paese natio, Zugarramurdi, un piccolo villaggio di circa quattrocento anime arroccato tra le vette spagnole dei Pirenei.
Quattro anni prima, quand’era adolescente, Maria aveva lasciato il paesello per seguire i suoi genitori a Ciboure, una cittadina situata a pochi chilometri di distanza ma già oltreconfine, e dunque sottoposta alla giurisdizione del re di Francia. Ma ecco: ormai ventenne, Maria de Ximildegui aveva deciso di far ritorno in patria; e per inciso l’aveva fatto senza la compagnia dei genitori, che erano invece rimasti a lavorare nella piccola città francese."
La sua storia puoi leggerla dalla penna di Lucia: "Le streghe vampiro di Zugarramurdi", mentre io mi sono occupata di dargli un (soffice) volto.
Questa volta la ricerca per creare l’immagine della Masca è stata piuttosto fruttuosa: cominciando dall’abito tradizionale, che Lucia mi aveva subito segnalato perché ad un certo punto -nel 1609- era stato vietato in Francia dall’inquisitore (quello da cui Maria cercava di scappare!) che lo considerava equivoco e poco decoroso… e probabilmente, per farla breve, associato alla stregoneria. Il costume basco è contraddistinto da un copricapo particolare, chiamato burukoak: oggi è un vero e proprio emblema della minoranza culturale basca, ma è ugualmente simbolo delle streghe di Zugarramurdi, quindi non potevamo non farlo indossare alla nostra Maria. Solitamente di colore bianco, presenta una struttura di vimini o metallo a cui si arrotolano e annodano dai 2 agli 8,5 metri di tessuti come lino o cotone; ne esistono moltissime varianti e quelle più elaborate, ovvero con maggior quantità di stoffa per la realizzazione, erano appannaggio delle donne benestanti. C’è una curiosità: se il burukoak copriva anche collo e orecchie significava che la donna era sposata, le ragazze in età da marito potevano indossarlo con la nuca scoperta, come nel nostro caso (se erano più giovani, dovevano mostrarsi in pubblico con il capo rasato poiché sfoggiare i capelli lunghi equivaleva a una vera provocazione). La ricerca per l'ideazione della bambola mi ha fatto incappare in un particolare simbolo intagliato nel legno: si tratta del lauburu (lau buru significa “quattro teste” in lingua basca) e “prende il nome dalla parola latina labarum che a sua volta deriva dal termine di probabile matrice celtica làbaro, uno stendardo utilizzato in battaglia dai Cantabri (un popolo che in età pre-romana abitava quella zona della penisola iberica che sarebbe poi diventata la regione della Cantabria)” secondo quanto ci dice Wikipedia. Ecco perché abbiamo deciso di farne l’amuleto di Maria: solitamente era usato come talismano portafortuna e intagliato sulle porte delle case per allontanare il male e attirare la buona sorte… direi che con la nostra strega funzionò alla grande! Noi abbiamo scelto di riprodurlo su una piccola sacca a tracolla: dentro potrebbero esserci gli oggetti che portò con sé dalla Francia alla Spagna, oppure erbe medicinali e… un rospo da accudire (se ti sembra strano scoprirai tutto leggendo la sua vicenda)!
Puoi leggere altro su questa bambola direttamente sul mio sito QUI.
INFO
- interamente cucita a mano, a partire da un disegno originale realizzato da me
- realizzata in panno, imbottitura sintetica, perline e pittura acrilica
- dimensioni > altezza 15cm
- NON è UN GIOCATTOLO
- spedita con Posta1, il servizio tracciato di Poste Italiane (packaging+spedizione compresi nel prezzo)
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